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ARCO DI AUGUSTO
Tipologia
Cultura
Località
L'arco d'Augusto di Fano è la porta cittadina in forma di arco a tre fornici. Costituisce l'accesso in città dall'antica via Flaminia, che all'interno delle mura diventa il decumano massimo. È uno dei simboli della città.

Storia
La porta augustea fu fatta edificare nel 9 d.C. dall'imperatore Cesare Ottaviano Augusto, poiché ciò avvenne nell'anno del suo 32° tribunato. Fu in epoca romana la principale porta d'accesso alla Colonia Julia Fanestris, colonia dedotta nella località di Fanum Fortunae (tempio dedicato alla dea Fortuna). Si presume che nella Fanum Fortunae esistessero almeno altre due porte, oggi scomparse, poste una a sud e l'altra, prossima al mare.
Nel IV secolo d.C. Il prefetto dell'imperatore Costantino, Turcio Secondo Aproniano, restaurò la porta augustea e fece aggiungere nell'attico un'epigrafe oggi scomparsa, senza tuttavia cancellare quella precedente di Cesare Ottaviano Augusto, creando così un filo conduttore tra i due imperatori.[3].
Nel 1463 Federico da Montefeltro, su ordine del papa Pio II, assediarono la città di Fano per espugnare Sigismondo Pandolfo Malatesta, Vicario del Papa e signore della città, che era in contrasto con le autorità religiose.
L'aspetto originario della porta resta testimoniato nel bassorilievo rinascimentale scolpito su un lato della facciata della chiesa

Architettura
L'Arco di Augusto, raffigurato ancora integro, sul bassorilievo rinascimentale della facciata della vicina chiesa di San Michele
Costruito sul punto in cui la via Flaminia s'innesta nel decumano massimo della città, la porta, realizzata in travertino, è un arco a tre fornici con quello centrale più grande sotto cui passavano i carri, i cavalli e i mezzi di grandi dimensioni mentre i due fornici minori ai lati erano destinati ai pedoni.
L'arco di Augusto in notturna.
La porta era affiancata da due torrioni con pianta a ferro di cavallo da cui poi partivano le mure che circondavano la colonia di Iulia Fanestris.
Realizzata esternamente in opera quadrata di blocchi in pietra d'Istria, il monumento presenta in due fornici laterali minori e un fornice centrale maggiore.
Alla sommità dell'Arco, nel lato posteriore, si può ancora vedere una parte della volta del cunicolo che metteva in comunicazione i due torrioni affiancati all'Arco.
Dei due torrioni oggi si è conservata l'ossatura e il primo metro della struttura mentre il resto è stato soggetto a restaurazioni e rimaneggiamenti, e di quello di destra rimangono solo le fondazioni rivestite di pietra arenaria, poiché fu abbattuto nel XV secolo per far spazio alla facciata della chiesa di San Michele.
I cunei dell'arco di mezzo sono diciassette, compresa la chiave dove era scolpita la testa di un animale identificabile con quella di un elefante, di un toro o un bue mentre i cunei dei fornici laterali sono sei, anche se in quello del fornice di destra non sono ben visibili a causa della presenza della chiesa adiacente.
Il corpo base, ancora ben conservato, sosteneva un grande attico, oggi perduto, a pseudoportico corinzio in cui si aprivano sette finestre arcuate separate da otto semicolonne.
Rimangono alcune basi di tipo attico e un frammento dell'intercolumnio con due mezze colonne e una colonna intera, il resto andò distrutto nel XV secolo d.C.


Sito web: www.comune.fano.ps.it
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