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ANCONA - MOLE VANVITELLIANA
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Il Lazzaretto di Ancona, detto anche Mole Vanvitelliana, è un edificio di Ancona progettato dall'architetto Luigi Vanvitelli.

Caratteristiche e architettura
L'edificio sorge su di un'isola artificiale pentagonale situata all'interno del porto; è collegato alla terraferma da tre ponti, ed occupa una superficie di 20.000 m²; il canale che lo divide dalla terraferma è detto mandracchio.
Originariamente si raggiungeva solamente attraverso imbarcazioni; il rifornimento idrico era assicurato da una rete sotterranea di cisterne. L'acqua si attingeva attraverso tre pozzi, situati nel piccolo tempio neoclassico dedicato a San Rocco (protettore dalla peste e dalle epidemie), presente al centro del cortile interno. Il tempietto è aperto sui 4 lati, ciò consentiva alle persone rinchiuse nelle stanze che si affacciavano sul cortile di assistere alla messa senza entrare in contatto gli uni con gli altri e con l'officiante.
Il luogo poteva ospitare fino a 2.000 persone, oltre ad una grande quantità di merci. Nella parte interna dell'edificio si trovano i locali del Lazzaretto vero e proprio, che erano destinati alla quarantena, mentre le stanze nella parte esterna erano usate come deposito della merce. Verso il mare aperto il lazzaretto è fornito di un rivellino, progettato per la difesa militare del porto. Dunque fin dalla sua origine l'opera fu progettata come una struttura polifunzionale: magazzino portuale, luogo di quarantena, fortificazione.

Il portale d'ingresso al Lazzaretto
Completamente realizzato in pietra d'Istria, il portale è situato al di fuori delle mura del Lazzaretto. L'ordine architettonico impiegato è la variante del tuscanico secondo il Vignola. Il disegno della porta - inquadrato entro due lesene, affiancate da mezze lesene e lesene angolari - è fortemente caratterizzato dall'uso del bugnato: simbolicamente sta a rappresentare l'idea di fortificazione a difesa del porto e di lazzaretto, ossia luogo di confinamento e d'isolamento per merci e persone separato dal resto della città. Pure in bugnato è la piattabanda, che si sostituisce - per conferire al portale un ulteriore aspetto massiccio, oltre che meno celebrativo - alla più canonica forma dell'arco. Particolare è anche la sua forma trapezoidale, ricollegabile ad esempi vitruviani riguardo l'architettura etrusca e più solida di una normale porta rettangolare, sia dal punto di vista simbolico che statico. Sormonta la soglia al di sotto della cornice una targa priva di iscrizioni; quest'ultima si sovrappone ad un festone che corre fin sopra la piattabanda, al pari di quanto si può vedere nell'attico dell'Arco Clementino, sempre del Vanvitelli. Per via della sua forma concava e dello stemma papale di Pio VI posto al centro, l'attico posto sull'ingresso alla Mole Vanvitelliana ricorda invece soluzioni simili ai colonnati dorici di piazza San Pietro a Roma.

Fino al secolo scorso, il livello del passaggio era situata più in basso. In seguito alla realizzazione del ponte che collega il Lazzaretto alla terraferma, per sopperire alla differenza d'altezza, parte del basamento del portale venne interrato. Per cui, al giorno d'oggi il suo aspetto appare più schiacciato, annullando dunque lo slancio originario dell'intera architettura.
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