Venarotta è ubicata a ridosso dell’Appennino marchigiano, tra le valli del fiume Fluvione e del torrente Chiaro, affluenti di sinistra del fiume Tronto. Un aspetto caratteristico del paesaggio che si incontra percorrendo l'alveo del torrente Chiaro, è quello dei calanchi, fenomeno provocato dall'erosione del terreno per effetto del dilavamento delle acque.
Il toponimo Venarotta deriva dal termine latino vena, cava, luogo da petraia e non, come vuole una tradizione del tutto priva di fondamento, dal nome della dea Venere, cui era dedicato un piccolo tempio situato probabilmente sul colle dove sorge l’abitato.
Pregevoli croci e reliquiari prodotti tra Quattro e Cinquecento sono custoditi in molti degli edifici sacri situati nel territorio comunale. Una tavola quattrocentesca di Pietro Alemanno, ora esposta nel museo diocesano di Ascoli Piceno, era conservata nella chiesa di San Salvatore, in località Cerreto. La duecentesca abbazia di San Francesco è ornata da un bellissimo chiostro restaurato mentre la chiesa della Madonna del Cardinale, la cui costruzione fu commissionata nel XVI secolo dal cardinale Bandini, mostra un’originale struttura ottagonale, dalle linee estremamente pure.
Nella frazione Gimigliano, è stato edificato il Santuario dell'Addolorata, un luogo considerato miracoloso per le ripetute apparizioni mariane che si sarebbero verificate nei mesi di aprile e maggio 1948, accompagnate da fenomeni nel sole, da numerose conversioni e guarigioni.