La credenziale è il passaporto ufficiale che accompagna il pellegrino e attesta che egli sta compiendo il Cammino dei cappuccini. È di grande importanza averlo con sé perché con esso si accede alle ospitalità pellegrine, cioè a tutte quelle strutture ricettive e di ristoro che riservano dei prezzi agevolati ai pellegrini.
Ad ogni tappa, nella credenziale vanno apposti i relativi timbri che attestano il cammino percorso e al termine del pellegrinaggio consentono il rilascio del Testimonium , la pergamena conclusiva che certifica il compimento del pellegrinaggio. Perciò è importante ricordarsi di far timbrare la credenziale ogni giorno.
È anche un piacevole ricordo da conservare nel tempo per richiamare alla mente l’esperienza del cammino.
Per ricevere la credenziale ti invitiamo a compilare il form presente nel nostro sito web, che ha anche lo scopo di conoscerci. Il modo più semplice e meno oneroso di ottenere la credenziale è di richiederla semplicemente nella prima tappa del cammino, presso il Convento dei cappuccini di Fossombrone (è bene preavvertire attraverso i seguenti contatti: tel. 0721 714626 – 366 4890258 – camminodeicappuccini@gmail.com) oppure nelle tappe successive, se deciderai di iniziare il cammino da altre tappe. In questo secondo caso, la credenziale ti verrà spedita per posta oppure ti verrà indicato un punto dove ritirarla sul percorso.
Attenzione: per ricevere le credenziali per due o più persone (anche gruppi), bisogna mandare un solo modulo indicando i nomi degli altri partecipanti nel campo “Pellegrini che cammineranno con me”. Le credenziali verranno spedite tutte assieme all’indirizzo indicato nel modulo.
Il Testimonium è il documento che certifica l’avvenuto pellegrinaggio. La sua origine si collega ai pellegrinaggi del Medioevo: a volte si intraprendeva un lungo cammino, con tutti i rischi e le spese del caso, perché costretti da una sentenza del giudice o da una penitenza del confessore. In questi casi, occorreva comprovare il raggiungimento della meta, per ricevere l’assoluzione e la remissione della pena civile o canonica.
Oggi, dove ovviamente non c’è più questa necessità, il Testimonium rappresenta il prezioso ricordo di una bellissima esperienza, un documento evocativo del cammino e di quell’insieme di pensieri, emozioni e sensazioni che hanno accompagnato i passi del pellegrino e lo hanno reso un evento importante per la propria vita.
Il Testimonium si può ricevere presso il convento dei frati cappuccini di Camerino e in quello di Ascoli ed è particolarmente suggestivo e di grande valenza simbolica poter ricevere l’attestato con una liturgia di ringraziamento insieme ai frati cappuccini nella piccola chiesa del convento di Camerino o davanti alla tomba di San Serafino ad Ascoli. Qualora per qualsiasi motivo non fosse possibile ricevere l’attestato direttamente dai frati cappuccini, potrai in ogni caso riceverlo presso le Pro loco delle due città.
Preparare lo zaino è la prima grande sfida di chi si appresta al cammino (soprattutto se sei alla prima esperienza!). Anzitutto ci vuole uno zaino capiente (circa 65 litri). Nello zaino non va nulla di più di ciò che è indispensabile, perché “tutto pesa!” e quel peso lo sentirai ad ogni chilometro del tuo cammino.
1. Mantella o poncho: indispensabile in ogni stagione. Sacco a pelo: possibilmente leggero e poco ingombrante.
2. Pigiama: volendo si può utilizzare la tuta che si usa nei momenti di riposo.
3. Borsa da toilette: il sapone di marsiglia serve a lavarsi e a fare il bucato.
4. Farmacia: forbicine, ago e filo (anche per curarsi le eventuali vesciche), cerotti, bende, disinfettante, pinza leva zecche, salviette disinfettanti.
5. Crema solare: indispensabile in qualsiasi stagione. Giacca a vento: leggera e possibilmente in Goretex.
6. Pantaloni: 2 paia, leggeri, meglio se in materiali che pesano poco, si lavano facilmente e si asciugano con rapidità.
7. Magliette: 2-3 sempre, meglio quelle di materiale tecnico traspirante che mantengono il corpo sempre asciutto e si asciugano rapidamente.
8. Golf in pile: uno leggero per le sere più fresche.
9. Tuta: per cambiarsi alla fine della tappa e, volendo, da utilizzare anche come pigiama.
10. Biancheria: 2-3 cambi. Il pellegrino alla fine della tappa lava sempre ciò che ha utilizzato.
11. Calzature: la scelta delle calzature adatte è fondamentale. Per questo percorso vanno bene sia lo scarponcino che le scarpe da trekking.
12. Calzini: preferibilmente di cotone e senza cuciture. Se usi gli scarponcini, indossa un altro paio di calzettoni di lana.
13. Ciabatte: di plastica, leggere, per fare la doccia e per far prendere aria ai piedi quando si è arrivati.
14. Cappello: indispensabile in ogni stagione.
15. Borraccia: l’acqua va calcolata bene in base alla stagione, alla lunghezza del tragitto, alla presenza di fonti lungo il percorso.
16. Bastoncini: aiutano sia in salita che in discesa, scaricando il peso dalla schiena e dalle ginocchia.
17. Coltellino e accendino: sempre utili per mille eventualità.
18. Bussola e altimetro: utili in molti casi e non pesano quasi niente.
19. Torcia: oggi, in genere, si può usare tranquillamente quella del cellulare.
20. Batteria cellulare: una batteria di riserva o una batteria ausiliaria esterna, nel caso in cui il cellulare terminasse la sua carica durante il tragitto.
21. Occhiali da sole: in alcuni casi possono essere di aiuto.
22. Diario: utile per chi ama scrivere ciò che sta vivendo e per avere in futuro un prezioso ricordo.
23. GPS: può essere un grande aiuto in molti casi e permette di essere localizzati in caso di aiuto. Per questo cammino le tracce sono scaricabili dal sito.
Lo zaino deve essere comodo, facilmente adattabile e leggero. Esistono sul mercato zaini anatomici, dotati di cinghie che si fissano in vita o ai fianchi e al petto. Hanno tasche laterali e superiori che facilitano l’immagazzinamento e l’accesso ad elementi di uso frequente.
Lo zaino deve adattarsi al contorno della schiena per poter mantenere una posizione corporea corretta. Per stare più comodi, deve essere collocato in modo tale che il peso sia vicino all’asse del corpo e al suo centro di gravità. Inoltre, si adeguerà la sua collocazione a seconda del terreno: nelle salite ripide sarà necessario allentare la cintura per facilitare la respirazione, mentre nelle discese si stringerà un po’ di più per permettere alle spalle di riposare e non forzarle.
Non è consigliabile utilizzare calzature nuove, dato che, con molta probabilità, provocheranno escoriazioni e vesciche. Al contrario, le calzature devono già essere state usate e il piede deve essere abituato a indossarle. Le calzature devono adattarsi bene al piede, sostenere senza fare pressione, avere una certa flessibilità ed essere leggere, impermeabili e traspiranti.
Le migliori sono scarponcini da trekking o da montagna, preferibilmente con suola dura, e non devono avere un tallone troppo morbido o ammortizzato, che potrebbe favorire la comparsa di lesioni.
È bene scegliere calzature che blocchino il piede per evitare lesioni alla caviglia.
È importante scegliere scarponcini che abbiano il gambale abbassato nella parte posteriore.
Se si sceglie la stagione estiva, per ridurre il calore possono essere utilizzate anche calzature sportive.
Fondamentale è l’uso di calzini adeguati: preferibilmente di cotone e senza cuciture. Se usi gli scarponcini, indossa un altro paio di calzettoni di lana. Mantienili sempre puliti. Porta, inoltre, sandali, ciabatte o infradito per rilassare e rinfrescare i piedi nei momenti di riposo.
È bene portare con sé un piccolo kit di pronto soccorso per le evenienze del cammino. Per il trattamento e la cura dei piedi danneggiati occorrerà portare: siringhe ipodermiche, bendaggi di gel, cerotti, bende e fasce elastiche adesive e forbicine.
Durante le tappe del cammino saremo esposti a ogni tipo di condizioni meteorologiche. Non dobbiamo, quindi, dimenticare la protezione della pelle del viso e delle braccia o delle zone del corpo che sono in diretto contatto con l’aria e il sole. È indispensabile un’adeguata protezione solare e anche l’uso complementare di creme idratanti.
Se lo spazio ce lo consente, possiamo aggiungere una crema antinfiammatoria, aspirina o paracetamolo, e qualche antiacido per lo stomaco, nel caso qualche cibo ci faccia male.
Dalla croce del convento dei Cappuccini costeggiando le mura del convento per 100 m e poi svoltiamo a sinistra. Percorsi 450 m lasciamo l’asfalto e prendiamo una strada sterrata che sale ripida sulla destra. Dopo 1 km arriviamo a un vigneto che teniamo alla nostra sinistra per percorrere la strada sterrata di destra. Dopo 500 m giungiamo in cima alla collina da dove si ammira uno splendido panorama tipicamente marchigiano di monti, colli e mare.
Arrivati alla fine del vigneto proseguiamo dritto e poco dopo sulla destra si vede in lontananza la città di Urbino e dinanzi a noi la Gola del Furlo. Fatti 600 m al bivio svoltiamo a destra in leggera discesa (ma se è aperta la strada in mezzo al campo dinanzi a noi si può accorciare passando di lì). Dopo 100 m arriviamo alla strada asfaltata che prendiamo sulla sinistra e che lasciamo dopo 1,1 km per imboccare un sentiero che scende sulla destra. Fatti 300 m, alla biforcazione ci teniamo sulla strada che sale a sinistra, dopo 200 m intercettiamo una carrareccia che prendiamo sulla destra e scendiamo in una strada piuttosto scoscesa per 1,6 km fino ad arrivare alla strada asfaltata.
Svoltiamo a destra e proseguiamo per 1 km fino ad arrivare al bivio e da lì giriamo a sinistra Quest’area, detta “il Barco”, sulla sponda destra del Metauro, ospitava la residenza e riserva di caccia dei duchi di Urbino denominata “il Barco di Bella guardia”. Proseguiamo sulla strada principale e superato il ponte saliamo fino il bivio per Montalto – Tarugo dove svoltiamo a destra e dopo 200 m ad un ulteriore diramazione proseguiamo dritto per circa 2 km sulla strada asfaltata fino allo stabilimento di acqua poco prima di Sant’Anna del Furlo, dove è possibile fare rifornimento di acqua.
Proseguiamo sulla strada per 300 m e superato il ponte (superstrada) prendiamo a sinistra sulla vecchia Flaminia che percorreremo per ancora 700 m e poi abbandoniamo per imboccare il sentiero che sale sulla destra (CAI 440A), breve raccordo del sentiero principale che ascende per circa 4 km. Dopo essere saliti per 1 km, prendiamo a sinistra il sentiero (CAI 440) e dopo 300 m al bivio prendiamo il sentiero di destra.
Da qui le pendenze sono più rilevanti e il percorso si snoda sul versante del Pietralata lungo una vecchia strada di servizio che si inoltra nel bosco. Proseguiamo per circa 2,1 km e incontriamo l’ingresso di una piccola grotta, ancora due svolte e si giunge ad una spianata (quota 658 slm), al bivio si prende il sentiero 440B che conduce alla terrazza del Furlo del Monte Pietralata per ammirare dalla “testa del Duce” il panorama mozzafiato verso la suggestiva Gola del Furlo.
Continuiamo il sentiero in discesa, dopo circa 900 m incontriamo il Rifugio “Il Furlo”, e subito dopo imbocchiamo la strada brecciata di sinistra che scende gradualmente al paese di Furlo. Proseguiamo sempre sulla strada principale in discesa per 4,4 km e poi al bivio della cava svoltiamo a destra sulla strada che scende ancora per 800 m, per giungere a destinazione nel paese.
Dalla Flaminia, subito dopo l’Hotel La Ginestra, prendiamo la strada asfaltata che scende sulla sinistra. Attraversiamo il ponte sul fiume Candigliano e dopo 400 m teniamo la sinistra lungo la strada che porta al Monte Paganuccio.
Poco dopo lasciamo l’asfalto per prendere una strada brecciata che sale sulla destra. La percorriamo per circa 2,2 km rimanendo sempre sul sentiero principale, lasciamo sulla destra una casa diroccata, una fontana e poi una piccola edicola e proseguendo sul sentiero principale fino ad arrivare a un campo che attraversiamo per proseguire poi sullo stesso sentiero per altri 500 m. Arrivati dopo una pineta a una triplice diramazione, prendiamo la strada di sinistra che sale sul piccolo colle.
Dopo 400 m superiamo un cancello di filo spinato e al bivio successivo continuiamo sulla strada che sale sulla sinistra. Fatti altri 200 m abbandoniamo la strada sterrata che porta alla dorsale del Monte Varco per salire a destra per una breve tratto fino ad un cancello. Superato il cancello di filo spinato proseguiamo sulla mulattiera in discesa. La percorriamo per 500 m fino ad arrivare a un campo che costeggiamo in leggera salita sulla sinistra.
Fatti 200 m, al bivio svoltiamo a destra e dopo 400 m al bivio successivo prendiamo a destra. Ancora altri 400 m e poi imbocchiamo una strada sterrata che scende sulla destra e 100 m dopo continuiamo sulla sinistra fino ad arrivare a una casa semi abbandonata. La sorpassiamo e continuiamo a scendere sulla strada principale per altri 500 m fino alla frazione Ca’ Rio, a fondo valle, e al bivio andiamo a sinistra. La strada diventa di asfalto per qualche centinaio di metri per poi tornare strada brecciata.
Continuiamo per altri 2,2 km in salita fino ad arrivare all’Agriturismo Ca’ Pierello, dove volendo troviamo acqua e la possibilità di una buona sosta ristoro. Il percorso continua in salita, subito dopo lasciamo la strada brecciata per prendere sulla sinistra un sentiero che si inoltra nel bosco e si ricongiunge 400 m dopo alla brecciata principale che prendiamo andando a sinistra.
Proseguiamo per 500 m e incontriamo una strada che sale sulla destra. Prima di imboccarla, vale la pena proseguire a sinistra per 300 m per visitare il Santuario di Santa Maria delle Stelle e poi tornare indietro per riprendere la strada a destra. Dopo 400 m dal bivio, abbandoniamo la strada brecciata per prendere un sentiero ripido che si inerpica sulla sinistra. Lo percorriamo per 600 m e poi intercettiamo una mulattiera che sale sulla sinistra.
Dopo 200 m al bivio prendiamo la strada sulla destra e fatti altri 800 m al bivio andiamo a destra su una strada sterrata in discesa che costeggia un campo. (In alternativa, soprattutto in caso di cattivo tempo, dal Santuario della Madonna delle stelle si può proseguire per la strada bianca principale che scende a valle sulla destra. In tal caso, al primo incrocio prendiamo la strada che porta all’agriturismo Vellaneta, costeggiamo l’abitato lasciandolo sulla destra e ci si inoltra per il sentiero che costeggia il grande campo. Attraversiamo il boschetto fino ad un bivio con delle vecchie panchine, le oltrepassiamo per continuare a scendere ripidamente fino ad un piccolo borghetto).
Dopo 600 m al bivio a sinistra e dopo altri 200 m a destra. Scendiamo fortemente per 1 km e poi prendiamo a sinistra. Passiamo in mezzo a un piccolo borghetto di case dove troviamo anche una fonte d’acqua e al bivio andiamo a sinistra. Dopo 500 m arriviamo sulla strada brecciata principale. Sterziamo leggermente a sinistra e poi subito a destra dove si supera un ponte e si continua sulla strada in salita.
Fatti 500 m arriviamo a una chiesa diroccata (San Giovanni in Offagna) e continuiamo a sinistra della chiesa. Subito dopo al bivio svoltiamo a destra, percorsi altri 400 m giungiamo a un incrocio con tre direzioni e prendiamo a sinistra in discesa. Percorriamo il sentiero per 900 m fino ad arrivare a un torrente che attraversiamo e proseguiamo sulla destra in salita fino ad arrivare dopo 1 km a una casa diroccata. La superiamo e poi andiamo a destra.
Dopo 1,4 km, al bivio svoltiamo a destra sulla strada che va in discesa. Continuiamo sulla strada per 2 km circa fino a che, appressandosi alla città, la strada torna ad essere di asfalto. All’incrocio prendiamo a destra in discesa. Superiamo il ponticello ed entriamo nella zona Arena del Fiume, sotto la città di Cagli e da lì ci avviamo verso il centro storico.
Vale la pena una volta giunti a Cagli visitare l’antico convento dei Cappuccini - tra i pochi ad ave mantenuto l’architettura primigenia dei primi conventi cappuccini, sorto sulla fortezza militare dell’architetto rinascimentale Francesco di Giorgio Martini.
Dalla piazza di Cagli percorriamo via Giacomo Leopardi fino ad arrivare al caratteristico Torrione, simbolo della città. Dal Torrione prendiamo a sinistra la strada provinciale 29 per imboccare poi Via della Vittoria e dopo 400 m a destra Via Flaminia sud. La percorriamo per circa 900 m in direzione San Geronzio e circa 100 m prima di arrivare alla chiesa (volendo si può allungare di poco il cammino e, se aperta, visitarla) lasciamo la strada asfaltata e prendiamo un sentiero che sale sulla sinistra. Lo percorriamo per 200 m e poi lo lasciamo per prendere sulla destra un sentiero che va in salita (Sentiero Frassati).
Dopo altri 250 m arriviamo a un campo che costeggiamo sulla destra per circa 600 m e finita la salita al bivio giriamo a destra (indicazione per Fonte Avellana). Continuiamo su questo sentiero per 1,3 km (dopo 600 m abbandoniamo il sentiero Frassati) e giunti al bivio continuiamo sulla strada principale che scende sulla sinistra.
Fatti 500 m all’incrocio prendiamo il sen- tierino piccolo che si inerpica dinanzi a noi, attraversiamo le due recinzioni a breve distanza l’una dall’altra, e poi scendiamo sulla sinistra costeggiando il campo per 200 m. Arrivati in fondo, troviamo una strada brecciata che prendiamo sulla destra e dopo 1 km attraversiamo la strada di asfalto che da Acquaviva sale al monte. Pochi metri dopo prendiamo sulla sinistra la strada brecciata che va in discesa.
Attraversiamo il borghetto Ca’ Ventura, dove troviamo una fonte d’acqua potabile, poco dopo ritroviamo la strada asfaltata sulla sinistra e dinanzi a noi appare già il castello di Frontone. Dopo 20 m sulla sinistra, lasciamo subito l’asfalto e prendiamo sulla destra la strada brecciata che va in discesa (indicazione Molinaccio). Dopo 600 m lasciamo la strada brecciata e facciamo attenzione a prendere sulla sinistra un piccolo sentiero che scende al “Ponte del diavolo”.
Superato il ponte continuiamo dritto e attraversiamo il borghetto di Calamello. Qui la strada ridiventa d’asfalto e dopo 100 m la lasciamo nuovamente per una strada sterrata sulla destra che costeggia un campo coltivato. Lo attraversiamo interamente fino a intercettare, 800 m dopo, un sentiero più ampio che sale sulla destra. Lo percorriamo per circa 300 m tenendoci sempre sulla sinistra fino a che, facendo attenzione, lo abbandoniamo per prendere un piccolo sentiero poco tracciato sulla sinistra che si inoltra nel bosco.
Attraversiamo il bosco per 400 m circa e poi rincontriamo un ampio sentiero di montagna su cui proseguiamo dritti. Dopo 600 m al bivio continuiamo ancora dritto sulla strada brecciata che ci porta al piccolo borgo di Paravento. Fatti 300 m intercettiamo la strada asfaltata che gira intorno al paesino e svoltando a destra poco dopo incontriamo un lavatoio con una fonte d’acqua. Appena superato il lavatoio, svoltiamo a destra su una strada brecciata.
Dopo 100 m giriamo a sinistra dove c’è una lapide con la scritta: “Battaglia di Paravento”. Costeggiando una recinzione saliamo leggermente, facendo attenzione al breve tratto dilavato e franato ma senza pericolo, superabile facilmente. Dopo 700 m all’incrocio di tre strade, una scende al borgo, una va verso monte e la valle del Mandrale, prendiamo la seconda a destra che percorriamo per circa 2 km fino ad arrivare alla frazione di Buonconsiglio. Da lì proseguiamo a destra per la strada asfaltata, superiamo un piccolo gruppo di case “Ca’deguido” e svoltiamo a sinistra per una stradina imbrecciata che scende (segnaletica CAI su palo della luce) con l’indicazione “Madonna dell’acqua nera”. Seguiamo la discesa, attraversiamo il torrente presso un piccolo ponticello pedonale e arriviamo alla casa tutta recentemente recintata per allevamento animali (cavallo).
Superato un cancello, lasciamo la casa sulla nostra sinistra e facciamo attenzione a non salire per la mulattiera ben visibile ma seguiamo la stradina in terra battuta nel bosco proseguendo in quota, avendo in basso sulla nostra sinistra i campi arati sottostanti. Seguiamo la traccia principale che diventa più ampia e ben visibile, scendendo e osservando sulla sinistra il castello di Frontone. Continuiamo dritto fino ad incontrare la strada che sale al monte e scendiamo a sinistra fino ad arrivare alla strada asfaltata che conduce a Foce (Via Avellana).
Siamo di fronte agli uffici dell’azienda del Catria, e giunti alla periferia di Frontone si può decidere per una sosta/pranzo e visita al castello, e anche sosta pernottamento nel caso in cui al monastero di Fonte Avellana non si trovasse disponibilità per dormire). Percorsi 200 m di asfalto sulla destra in Via Valbona prendiamo la strada dell’acquedotto e da qui parte il sentiero per il Monte Roma e quindi per Fonte Avellana.
Il primo tratto è asfaltato e molto ripido per circa 1 km. Seguiamo sempre la traccia principale ormai in leggera salita, senza tener conto delle stradine laterali in discesa o che raggiungono i campi. Oltrepassiamo una doppia curva e raggiungiamo una radura dove la strada termina e comincia a sinistra un piccolo sentiero che ci permette di raggiungere la strada principale imbrecciata.
Svoltiamo a destra, con la possibilità di raggiungere la cima del Monte Roma che sta sulla nostra sinistra, e proseguiamo sempre per la stradina, godendo di una bellissima vista sulla vallata di Foce, la cabinovia e il Monte Acuto sulla nostra destra. La stradina, quasi tutta in piano, ci conduce ad un incrocio denominato “la Forchetta” dove si intercetta la strada asfaltata per Fonte Avellana.
Nella piazzetta/parcheggio si snodano diversi sentieri: noi prendiamo a sinistra oltrepassando un cancello per animali e scendiamo per il sentiero principale che ci conduce al monastero. Sulla sinistra in basso si intravede il piccolo cimitero dei monaci. Raggiungiamo il fabbricato rurale destinato a foresteria che sovrasta l’eremo di Fonte Avellana. Qui possiamo mangiare, pernottare e godere di uno splendido ambiente.
Compatibilmente con gli orari dei monaci, nel pomeriggio o al mattino successivo, si può visitare il monastero, lo scriptorium e la preziosa biblioteca.Dalla piazza di Cagli percorriamo via Giacomo Leopardi fino ad arrivare al caratteristico Torrione, simbolo della città. Dal Torrione prendiamo a sinistra la strada provinciale 29 per imboccare poi Via della Vittoria e dopo 400 m a destra Via Flaminia sud.
La percorriamo per circa 900 m in direzione San Geronzio e circa 100 m prima di arrivare alla chiesa (volendo si può allungare di poco il cammino e, se aperta, visitarla) lasciamo la strada asfaltata e prendiamo un sentiero che sale sulla sinistra. Lo percorriamo per 200 m e poi lo lasciamo per prendere sulla destra un sentiero che va in salita (Sentiero Frassati).
Dopo altri 250 m arriviamo a un campo che costeggiamo sulla destra per circa 600 m e finita la salita al bivio giriamo a destra (indicazione per Fonte Avellana). Continuiamo su questo sentiero per 1,3 km (dopo 600 m abbandoniamo il sentiero Frassati) e giunti al bivio continuiamo sulla strada principale che scende sulla sinistra.
Fatti 500 m all’incrocio prendiamo il sen- tierino piccolo che si inerpica dinanzi a noi, attraversiamo le due recinzioni a breve distanza l’una dall’altra, e poi scendiamo sulla sinistra costeggiando il campo per 200 m. Arrivati in fondo, troviamo una strada brecciata che prendiamo sulla destra e dopo 1 km attraversiamo la strada di asfalto che da Acquaviva sale al monte.
Pochi metri dopo prendiamo sulla sinistra la strada brecciata che va in discesa. Attraversiamo il borghetto Ca’ Ventura, dove troviamo una fonte d’acqua potabile, poco dopo ritroviamo la strada asfaltata sulla sinistra e dinanzi a noi appare già il castello di Frontone. Dopo 20 m sulla sinistra, lasciamo subito l’asfalto e prendiamo sulla destra la strada brecciata che va in discesa (indicazione Molinaccio).
Dopo 600 m lasciamo la strada brecciata e facciamo attenzione a prendere sulla sinistra un piccolo sentiero che scende al “Ponte del diavolo”. Superato il ponte continuiamo dritto e attraversiamo il borghetto di Calamello. Qui la strada ridiventa d’asfalto e dopo 100 m la lasciamo nuovamente per una strada sterrata sulla destra che costeggia un campo coltivato.
Lo attraversiamo interamente fino a intercettare, 800 m dopo, un sentiero più ampio che sale sulla destra. Lo percorriamo per circa 300 m tenendoci sempre sulla sinistra fino a che, facendo attenzione, lo abbandoniamo per prendere un piccolo sentiero poco tracciato sulla sinistra che si inoltra nel bosco.
Attraversiamo il bosco per 400 m circa e poi rincontriamo un ampio sentiero di montagna su cui proseguiamo dritti. Dopo 600 m al bivio continuiamo ancora dritto sulla strada brecciata che ci porta al piccolo borgo di Paravento. Fatti 300 m intercettiamo la strada asfaltata che gira intorno al paesino e svoltando a destra poco dopo incontriamo un lavatoio con una fonte d’acqua.
Appena superato il lavatoio, svoltiamo a destra su una strada brecciata. Dopo 100 m giriamo a sinistra dove c’è una lapide con la scritta: “Battaglia di Paravento”. Costeggiando una recinzione saliamo leggermente, facendo attenzione al breve tratto dilavato e franato ma senza pericolo, superabile facilmente. Dopo 700 m all’incrocio di tre strade, una scende al borgo, una va verso monte e la valle del Mandrale, prendiamo la seconda a destra che percorriamo per circa 2 km fino ad arrivare alla frazione di Buonconsiglio.
Da lì proseguiamo a destra per la strada asfaltata, superiamo un piccolo gruppo di case “Ca’deguido” e svoltiamo a sinistra per una stradina imbrecciata che scende (segnaletica CAI su palo della luce) con l’indicazione “Madonna dell’acqua nera”. Seguiamo la discesa, attraversiamo il torrente presso un piccolo ponticello pedonale e arriviamo alla casa tutta recentemente recintata per allevamento animali (cavallo).
Superato un cancello, lasciamo la casa sulla nostra sinistra e facciamo attenzione a non salire per la mulattiera ben visibile ma seguiamo la stradina in terra battuta nel bosco proseguendo in quota, avendo in basso sulla nostra sinistra i campi arati sottostanti. Seguiamo la traccia principale che diventa più ampia e ben visibile, scendendo e osservando sulla sinistra il castello di Frontone.
Continuiamo dritto fino ad incontrare la strada che sale al monte e scendiamo a sinistra fino ad arrivare alla strada asfaltata che conduce a Foce (Via Avellana). Siamo di fronte agli uffici dell’azienda del Catria, e giunti alla periferia di Frontone si può decidere per una sosta/pranzo e visita al castello, e anche sosta pernottamento nel caso in cui al monastero di Fonte Avellana non si trovasse disponibilità per dormire).
Percorsi 200 m di asfalto sulla destra in Via Valbona prendiamo la strada dell’acquedotto e da qui parte il sentiero per il Monte Roma e quindi per Fonte Avellana. Il primo tratto è asfaltato e molto ripido per circa 1 km. Seguiamo sempre la traccia principale ormai in leggera salita, senza tener conto delle stradine laterali in discesa o che raggiungono i campi.
Oltrepassiamo una doppia curva e raggiungiamo una radura dove la strada termina e comincia a sinistra un piccolo sentiero che ci permette di raggiungere la strada principale imbrecciata. Svoltiamo a destra, con la possibilità di raggiungere la cima del Monte Roma che sta sulla nostra sinistra, e proseguiamo sempre per la stradina, godendo di una bellissima vista sulla vallata di Foce, la cabinovia e il Monte Acuto sulla nostra destra. La stradina, quasi tutta in piano, ci conduce ad un incrocio denominato “la Forchetta” dove si intercetta la strada asfaltata per Fonte Avellana.
Nella piazzetta/parcheggio si snodano diversi sentieri: noi prendiamo a sinistra oltrepassando un cancello per animali e scendiamo per il sentiero principale che ci conduce al monastero. Sulla sinistra in basso si intravede il piccolo cimitero dei monaci. Raggiungiamo il fabbricato rurale destinato a foresteria che sovrasta l’eremo di Fonte Avellana. Qui possiamo mangiare, pernottare e godere di uno splendido ambiente. Compatibilmente con gli orari dei monaci, nel pomeriggio o al mattino successivo, si può visitare il monastero, lo scriptorium e la preziosa biblioteca.
Dalla piazzetta di Pascelupo “Largo Umberto I” scendiamo sulla destra per prendere la strada che costeggia la chiesa di San Bernardino sulla destra (in caso di pioggia si consiglia di fare questo primo tratto sulla strada asfaltata). Dopo aver fatto visita al punto panoramico sulla destra, da dove si può ammirare l’eremo di San Girolamo, continuiamo a sinistra incamminandoci lungo l’antico sentiero che scende per circa 600 m fino ad intercettare una strada bianca a sinistra che conduce al bivio “Casa il sasso”.
Svoltiamo a destra (indicazione “Eremo san Girolamo”) e percorsi 300 m lasciamo la strada principale e prendiamo a sinistra il sentiero CAI 230 (indicazione “Forra di Rio freddo”). Guadiamo il piccolo torrente e proseguiamo in salita nel sottobosco. Dopo 400 m bisogna fare attenzione poiché il sentiero svolta a sinistra e potrebbe trarre in inganno, ma noi seguiamo sempre lo stesso sentiero (CAI 230).
Avanziamo per 300 m e al bivio continuiamo a salire sulla destra (sempre CAI 230). Dopo 600 m usciamo dal sottobosco e arriviamo a un piccolo belvedere da dove si può contemplare uno splendido panorama sull’Eremo di San Girolamo. Continuiamo a sinistra sulla sterrata in leggera discesa. Percorsi 700 m arriviamo a un trivio: andiamo sulla strada che scende a sinistra raggiungendo il borghetto di San Felice.
Percorriamo il suo vicolo tenendo la destra e quando la strada si allarga abbandoniamo la strada asfaltata e prendiamo la sterrata di sinistra iniziando a scendere. Dopo 300 m attraversiamo la strada asfaltata per continuare dall’altro lato nell’altra sterrata che percorriamo per 1,7 km finché non arriviamo ad attraversare sulla sinistra il ruscello.
Continuiamo in salita sulla sterrata e in breve raggiungiamo sulla sinistra la splendida cascata “Lo sturo della piscia” (un salto naturale di circa 20 m del torrente omonimo dove l’acqua scende in mille rivoli che scorrono sul muschio, i quali negli anni hanno formato una notevole concrezione di travertino).
Dopo la piacevole sosta continuiamo a salire e percorsi 400 m arriviamo al bivio “Fontecelle”, dove c’è una vasca d’acqua, e continuiamo a destra. Percorsi 300 m proseguiamo sulla carrareccia tenendo la destra e, dopo altri 300 m, al trivio successivo continuiamo diritto. Altri 400 m e arriviamo a un punto panoramico che apre sulla vallata circostante, dov’è costruita una edicola. Scendiamo sulla sinistra con il sentiero CAI 136B e dopo 100 m alla curva svoltiamo a destra su strada sterrata.
In breve intercettiamo la strada bianca e superata la sbarra di ferro raggiungiamo il grazioso borghetto di Piaggiasecca (all’inizio del paese è presente una fonte d’acqua). Nel paesino è allestito un museo all’aperto d’arte contadina. Superato Piaggiasecca continuiamo a destra tramite strada asfaltata per 500 m che in breve diventa bianca. Dopo 400 m riprende l’asfalto e all’incrocio saliamo a destra sulla SP47 verso la frazione di Rucce.
Fatti 500 m lasciamo la strada asfaltata per svoltare sulla destra (indicazione “Torre Turre”: sentiero CAI 136). Superiamo la chiesa di San Nicolò (davanti a noi all’orizzonte le frazioni di Viacce e Bastia), poi il cimitero, e dopo 700 m arriviamo alla frazione di Viacce. Qui lasciamo il sentiero CAI 136 svoltando a destra e dopo 50 m prendiamo la strada a sinistra.
Percorsi altri 200 m lasciamo la strada principale e alla prima casa di Morentella (n. civico 52) svoltiamo a destra in una strada che poco dopo diventa bianca. Percorsi 400 m, al bivio andiamo a sinistra in leggera discesa. Altri 500 m e al bivio successivo continuiamo diritto su una strada che subito dopo sale ripidamente.
Dopo 300 m alla biforcazione andiamo a sinistra, fatti altri 400 m arriviamo a una strada brecciata (si intravede già Fabriano sullo sfondo) e scendiamo a sinistra. Continuiamo per 500 m e poi lasciamo la strada principale per salire sulla strada che passa in un prativo.
Proseguiamo con attenzione in mezzo al campo fino a scendere per quasi 500 m e in fondo sulla destra incontriamo un sentiero. In breve imbocchiamo la carrareccia svoltando a sinistra e dopo 300 m giungiamo alla frazione di Vallina. Superata la chiesetta di san Michele Arcangelo proseguiamo sulla destra per altri 400 m fino ad arrivare alla strada asfaltata che prendiamo sulla destra.
Ancora 100 m e svoltiamo a sinistra per superare la frazione di Palombara. La strada torna ad essere bianca e dopo 200 m al bivio continuiamo a sinistra. Proseguiamo fino ad attraversare la frazione di Cupo e poi prendiamo sulla sinistra la strada brecciata (sentiero CAI 127) in discesa.
Dopo 800 m raggiungiamo l’abbazia di San Cassiano (di norma visitabile), in cui è possibile godere un bel momento di sosta. Lasciata l’abbazia proseguiamo a sinistra in una strada brecciata che dopo 1,2 km diventa asfaltata. Avanziamo ancora diritto per altri 1,2 km e, superata la pista di veicoli ultraleggeri, raggiungiamo la strada provinciale SP16. Andiamo a sinistra e dopo 100 m prendiamo la strada sulla destra (direzione frazione di Melano).
Percorsi 500 m lasciamo l’asfalto per prendere la sterrata a destra, dove è presente una sbarra di ferro. Superata, continuiamo a camminare per altri 600 m e, oltrepassata un’altra sbarra in ferro, proseguiamo diritto. Dopo 150 m al bivio prendiamo a destra (lungo la strada, ormai asfaltata, sulla sinistra è presente una fonte d’acqua).
Percorsi 500 m al bivio prendiamo a destra e dopo altri 150 m, lasciato l’asfalto, proseguiamo diritto sulla strada bianca per 1,5 km fino ad arrivare nella zona industriale di Marischio. Svoltiamo a destra e poco dopo prendiamo la strada principale sempre a destra. Camminiamo per 600 m e all’incrocio, dov’è il cimitero, giriamo a destra e in breve andiamo a sinistra in direzione Marischio.
Percorsi ancora 300 m, al bivio continuiamo a destra in “via Serramaggio” e al bivio successivo, dopo 300 m, andiamo di nuovo a destra (sulla sinistra si può trovare acqua) e subito dopo prendiamo a sinistra “Via della vena”. Continuiamo per 300 m e al bivio andiamo diritto sulla strada bianca. Dopo 600 m proseguiamo ancora diritto e dopo altri 300 m raggiungiamo la strada asfaltata che prendiamo svoltando a sinistra.
Camminiamo per 900 m e al bivio continuiamo diritto. Siamo ormai nella periferia di Fabriano. Scendiamo per via “Romualdo Sassi” e, superata la rotonda, prendiamo la seconda uscita davanti a noi (“Via martiri della libertà”) fino ad entrare in città seguendo Via Enrico Cialdini che si immette nel Corso della Repubblica e ci porta nella piazza di Fabriano.
Dalla piazza di Fabriano percorriamo “Corso della repubblica” per 350 m. Giunti al bivio prendiamo Via Serraloggia che sale per 600 m e poi continuiamo ancora dritti su una strada che sale in maniera più ripida. Arrivati all’ex seminario proseguiamo per 50 m e poi alla curva giriamo a sinistra per prendere la strada in asfalto che scende in basso.
Continuiamo su questa strada per 900 m e poi attraversata in basso la superstrada al bivio andiamo a sinistra. Proseguiamo dritto e dopo 100 m al bivio successivo andiamo ancora dritto. Poco dopo la strada diventa di breccia, proseguiamo sulla brecciata principale per circa 2 km e al bivio successivo andiamo a sinistra.
Procediamo ancora per 250 m e alla biforcazione seguitiamo dritto sulla strada brecciata in leggera discesa. Dopo altri 300 m all’incrocio, subito dopo una casa, prendiamo una stradina a destra che diventa un tratturo in discesa e la percorriamo per 1,2 km fino a un bivio che intercetta la strada di asfalto e lì svoltiamo a destra.
Al bivio successivo, dopo 150 m, giriamo a sinistra e dopo 150 m alla biforcazione successiva ci spostiamo leggermente sulla destra e, dopo aver attraversato la strada principale, prendiamo la strada brecciata che scende a sinistra. Dopo 400 m, al bivio andiamo a destra sulla strada che sale in una piccola frazioncina.
Proseguiamo dritto per circa 200 m e dopo aver attraversato le case prendiamo la strada che sale a sinistra e poi proseguiamo sempre a sinistra. Dopo 1,3 km giungiamo alla strada statale. La attraversiamo e proseguiamo dritto sulla strada semi-asfaltata e dopo 700 m, sulla curva abbandoniamo la strada principale e prendiamo la strada di breccia a sinistra che va leggermente in discesa.
Dopo 900 m, giunti alla biforcazione proseguiamo dritto sulla strada brecciata che va in discesa per altri 1,1 km. Superiamo il ponticello dell’Esino e giunti al bivio successivo giriamo a sinistra su una strada brecciata. Poco dopo ricomincia la strada asfaltata. Superata la ferrovia, prendiamo la strada statale a destra in direzione Cerreto d’Esi e 100 m dopo attraversiamo la statale e imbocchiamo la strada d’asfalto sulla sinistra in direzione Albacina.
Avanziamo per 900 m e poi all’incrocio segnato da una croce di cemento prendiamo la strada che sale a sinistra in direzione “Castello di Albacina”. Da qui inizia un’importante il tratto di salita di circa 6 km, il più duro di tutto il cammino dei cappuccini, che porterà a Poggio San Romualdo ed è saggio affrontarlo con passo calmo.
Superata la chiesa di San Venanzo Vescovo continuiamo a salire e poco dopo sulla destra, sotto le mura del Castello, si trova una fontana per abbeverarsi. Continuiamo per altri 300 m e superata la curva abbandoniamo la strada asfaltata per svoltare a destra sulla strada di breccia (Sentiero CAI 116). Continuiamo su questa strada per 400 m e poi al bivio, dove c’è una piccola edicola a forma di chiesa, svoltiamo a destra su un sentiero che va in salita seguendo le indicazioni per l’Eremo dell’Acquarella.
Procediamo sul sentiero principale fino a giungere, dopo circa 2,5 km, all’Eremo dell’Acquarella, dove i più antichi cronisti dell’Ordine dei Cappuccini narrano si sia tenuto il primo capitolo nel 1529, da cui vennero partorite le cosiddette “Ordinazioni di Albacina”, una prima forma di vita scritta che dava già l’identità del nascente ordine religioso. All’Acquarella troviamo anche una fontana d’acqua.
Ripartendo da lì continuiamo sulla strada principale e dopo 1,2 km troviamo un palo sul prato con l’indicazione per Poggio San Romualdo. Abbandoniamo la strada di breccia e prendiamo sulla sinistra la strada su prato. Dopo 500 m, alla diramazione prendiamo la strada a sinistra che va in discesa e fatti altri 900 m lasciamo il sentiero principale e prendiamo un piccolo sentiero che sale a destra.
Continuiamo sul sentiero finché non arriviamo ai prati nei quali seguiamo le segnalazioni CAI e poi saliamo sulla sinistra agganciandoci a un sentiero che sale verso Poggio San Romualdo. Dopo circa 1 km lasciamo il sentiero principale per imboccare con attenzione un piccolo sentiero di sinistra che costeggia le rocce e lo continuiamo per circa 800 m fino a imboccare la strada brecciata che sale e ci conduce fino a Poggio San Romualdo.
Dall’Albergo “Norma” prendiamo a destra per 300 m e poi svoltiamo a sinistra. Poco dopo, sulla destra scende un sentiero sottobosco con l’indicazione Valdicastro. Lo percorriamo per circa 800 m fino a sbucare su un prato. Dal prato scendiamo a destra per 100 m e intercettiamo la strada asfaltata che percorriamo per 750 m fino all’Abbazia Valdicastro. Se il cancello è aperto si può entrare e percorre il sentiero che attraversa il luogo, altrimenti si può costeggiare la recinzione sulla sinistra fino a riprendere il sentiero poco dopo.
Proseguiamo fino ad arrivare ad un laghetto. Prendiamo la strada che costeggia a sinistra e la abbandoniamo subito all’inizio del laghetto per prendere ancora sulla sinistra uno stradello che sale la montagna per 1 km circa. Arrivati a un prato ci teniamo tutto a sinistra fino ad imboccare un nuovo stradello che poi diventa una mulattiera sottobosco, molto gradevole, che percorriamo per circa 2 km in discesa fino ad arrivare ai “Ginocchielli di San Romualdo”, una grande pietra in cui sono impresse le orme del Santo.
Svoltiamo a destra e continuiamo ancora a scendere per 1 km fino ad arrivare in fondo alla valle. All’incrocio prendiamo a sinistra il sentiero CAI 178 e continuiamo per 600 m circa. Al bivio prendiamo destra e poco dopo arriviamo alla strada asfaltata. Svoltiamo a sinistra e continuiamo sulla strada asfaltata per 1,5 km.
Giunti alla località “Palazzo”, dopo aver attraversato un po’ di case, all’inizio di un grande campo di pannelli solari prendiamo a destra. Percorsi 400 m, abbandoniamo la strada d’asfalto e prendiamo sulla sinistra una strada brecciata che va in discesa e costeggia dei campi seminati (in caso di pioggia si consiglia di proseguire sull’asfalto e poi svoltare a sinistra in fondo alla valle). La percorriamo per 1,6 km circa fino ad imboccare la strada provinciale 117.
Svoltiamo a sinistra e dopo 200 m continuiamo dritto fino ad arrivare dopo 1,1 km all’Abbazia di Sant’Urbano, dove è possibile visitare la splendida abbazia e fare una gradevole sosta. Continuiamo sulla strada asfaltata per altri 1,5 km e poi la abbandoniamo per prendere una strada di breccia sulla sinistra. Percorsi circa 300 m la abbandoniamo per individuare con attenzione sulla destra la strada dell’acquedotto che si inerpica nel bosco.
Finita la strada dell’acquedotto si passa davanti a “Casa Sibillina” e si continua sulla strada brecciata fino ad arrivare a una casa bianca (n. civico 11). Dalla casa si prende la strada a destra che scende verso la frazioncina di Castellaro. Superato il cimitero e la chiesa di San Lorenzo andiamo a sinistra. e all’incrocio successivo proseguiamo dritto seguendo l’indicazione per Serra San Quirico. Dopo 500 m abbandoniamo la strada asfaltata e all’indicazione Loc. Fontegeloni prendiamo una strada che svolta a gomito a destra in discesa.
Al km 17,8 lungo la strada sulla destra troviamo l’acqua. Continuiamo sulla strada per 2,6 km circa. Arrivati a fondo valle, superiamo un ponticello e dopo 200 m arriviamo alla strada provinciale. La attraversiamo per salire all’Eremo dei frati bianchi. Dopo 600 m, lasciamo l’asfalto e alla curva prendiamo sulla sinistra. Subito dopo, dove c’è il cartello Agriturismo “La distesa”, saliamo sulla destra.
Fatti 900 m, arriviamo all’Eremo dei frati bianchi e lì troviamo anche l’acqua (è bene qui ricordare un po' di storia dei cappuccini: fuggendo da Cingoli fra Ludovico e fra Raffaele Tenaglia giunti a questo luogo nel marzo del 1526 chiesero ospitalità al Beato Paolo Giustianiani, promotore della riforma degli Eremiti camaldolesi di Monte Corona). Costeggiamo l’eremo sulla destra e saliamo su uno stradello per 1 km.
Conclusa la salita si imbocca una strada brecciata sulla destra e fatti 200 m prendiamo la strada asfaltata piccola dinanzi a noi. Dopo 700 m arriviamo a una strada asfaltata e con una leggera deviazione di 100 m sulla destra si può visitare la Romita di San Giacomo (detta de “i frati neri”) per poi tornare indietro e proseguire. Percorsi 1,2 km, svoltiamo a destra in Via Lazio e alla fine prendiamo Via Annibaldi.
Attraversiamo la strada principale e continuiamo dritto ancora su Via Annibaldi. Poi a sinistra Via Bonanni e poco dopo svoltiamo a destra su Via Giacomo Matteotti. Proseguiamo per 500 m fino ad arrivare alla piazza di Cupramontana.
Da Piazza Cavour scendiamo su Via Roma, superiamo la chiesa di S. Maria della Misericordia e subito dopo svoltiamo a sinistra. Arrivati all’incrocio seguiamo l’indicazione per Apiro. Dopo 200 m sulla sinistra entriamo nel parco, lo attraversiamo e appena usciti continuiamo dritto sulla strada asfaltata. Dopo 100 m arriviamo sulla strada principale e continuiamo sulla sinistra per 700 m fino ad arrivare all’Abbazia del Beato Angelo.
Superata l’abbazia, proseguiamo per 400 m, poi lasciamo l’asfalto e svoltiamo su una strada di breccia sulla destra poi dove troviamo l’indicazione “Contrada Malcupa”.
La strada prima scende e poi sale per 1,8 km fino ad arrivare alla Contrada Cerretine e all’incrocio andiamo a sinistra. Percorsi altri 1,7 km arriviamo alla strada asfaltata che prendiamo sulla destra. Fatti 1,2 km arriviamo a un punto di svolta: prendiamo sulla sinistra seguendo l’indicazione per “Ca’ di Chiocco”. Continuiamo per 1 km e arrivati alla chiesina di Santo Stefano, da dove si vede già la città di Cingoli dinanzi a noi, svoltiamo a destra sul sentiero che scende fino a fondo valle, seguendo l’indicazione “Vallelunga”.
Subito dopo proseguiamo ancora sulla sinistra e dopo 700 m al bivio teniamo la strada princi- pale sulla sinistra. Dopo 600 m arriviamo a un campo di olivi e al bivio continuiamo dritto e fatti altri 900 m arriviamo alla strada asfaltata. Svoltiamo a sinistra, e superato il ponte continuiamo per 1, 4 km fino a lasciare l’asfalto per prendere un’ampia strada brecciata che sale sulla destra.
Dopo 300 m al bivio ci teniamo sulla destra e saliamo per altri 400 m fino dove lasciamo la strada principale per svoltare su una strada a sinistra che sale decisamente per 1,8 km fino ad arrivare alla chiesa di san Bonfilio. Da San Bonfilio proseguiamo in salita sulla destra, dopo 700 m incontriamo una sbarra di ferro e appena sorpassata svoltiamo a destra. Dopo 100 m arriviamo al poligono “Carlo Bernabei”; la strada diventa di asfalto e noi proseguiamo dritto.
Percorsi 200 m arriviamo al palazzetto dello sport, continuiamo ancora dritto su Via San Giuseppe per 1 km e poi svoltiamo a sinistra su Viale Valentini al termine del quale incontriamo Porta Piana, da cui entriamo nel centro storico della città.
Uscendo da Porta Piana svoltiamo a sinistra e camminiamo per 150 m. All’imbocco della strada principale continuiamo ancora dritto per altri 150 m e poi prendiamo la strada che scende a destra (indicazione “Chiesa San Giacomo – Convento frati minori”, che si può visitare con una piccola deviazione di 100 m). La percorriamo per 1,3 km fino ad arrivare a un bivio che, svoltando a destra, ci porta ad attraversare la piccola frazione di “Capo di Rio”.
Dopo 400 m, giunti alla curva che sterza a sinistra, abbandoniamo la strada di asfalto e prendiamo la strada brecciata a destra che poco dopo si inoltra nel bosco. Percorriamo il sentiero principale per 2,7 km seguendo la segnaletica fino a che non usciamo dal bosco per attraversare un breve tratto di prato. Superato un cancello, imbocchiamo la strada di breccia, giriamo leggermente a destra e poi prendiamo subito a sinistra la strada in leggera discesa.
Continuiamo per 1,1 km e alla biforcazione proseguiamo dritto. Dopo 600 m, giunti all’incrocio proseguiamo ancora dritto seguendo l’indicazione “Domus San Bonfilio”. Proseguiamo su questa strada per 1,1 km fino ad arrivare alla Domus, le passiamo davanti godendo dell’ampia terrazza panoramica che offre e imbocchiamo il sentiero a destra del “Cristo delle Marche”.
Dopo 200 m, alla biforcazione teniamo la strada a sinistra che scende in basso e dopo 1,5 km arriviamo, con una piccola svolta di 50 m a destra della curva, all’Eremo di Sant’Angelo (qui nell’inverno del 1525-1526 i primi cappuccini iniziarono un primo tentativo di vita riformata). Proseguiamo ancora in discesa per 900 m fino ad arrivare sulla strada asfaltata. Svoltiamo a sinistra e, fatti 150 m, la abbandoniamo subito per imboccare a destra una strada brecciata che va in discesa.
Dopo 200 m, giunti a una grande quercia, alla biforcazione prendiamo a destra e dopo altri 100 m svoltiamo a sinistra. Continuiamo sul sentiero pianeggiante per 800 m, al bivio saliamo per pochi metri sulla destra per poi svoltare subito a sinistra. Proseguiamo per altri 600 m fino ad incontrare una casa che costeggiamo sulla destra per uscire dall’altra parte della proprietà. Continuiamo per altri 350 m e poi abbandoniamo la strada brecciata per camminare sulla strada asfaltata principale che sale sulla destra.
La percorriamo per 1,1 km fino ad arrivare a Paterno di San Lorenzo (qui troviamo sulla sinistra una fontanella d’acqua). Svoltiamo a destra e dopo 50 m al bivio successivo prendiamo la strada che scende a sinistra e la percorriamo per 900 m fino ad arrivare allo “Scout park (anche qui si trova una fonte d’acqua). Continuiamo sulla strada asfaltata per altri 500 m e poi la abbondoniamo per imboccare a destra una strada brecciata.
Percorsi 600 m, al bivio prendiamo a destra una strada che dopo 200 m incontra una casa in mezzo a un prato. Sorpassata la casa la strada sale a destra ma la lasciamo subito per prendere il primo stradello che va a sinistra. Continuiamo per 150 m e dopo il cancello, all’incrocio andiamo dritto. Proseguiamo sulla strada principale, quasi tutta sottobosco, per 900 m fino a che ci immettiamo sulla strada brecciata che imbocchiamo svoltando a sinistra per andare in discesa.
La percorriamo per 2,3 km e al bivio giriamo a sinistra. Dopo 300 m all’incrocio prendiamo a destra la strada asfaltata. Continuiamo per 1,6 km e poi svoltiamo per la strada asfaltata che sale a sinistra (indicazione “Fattoria le Origini”). Dopo 3,5 km svoltiamo leggermente a destra e poi imbocchiamo la strada statale a sinistra e la costeggiamo a bordo strada per 1,5 km. Lasciamo la strada principale e prendiamo la strada sulla destra che costeggia la chiesa di Santa Maria del Glorioso.
Dopo 700 m proseguiamo dritto e alla rotonda svoltiamo a destra e dopo 100 m prendiamo via “settempeda” che percorriamo per 350 mt, fino a che, superato il fiume, diventa “Viale Eustachio” che proseguiamo sempre dritto per 400 m fino ad entrare in Piazza del popolo. Chi desidera salire subito al convento dei cappuccini, può attraversare la piazza e dinanzi al “Monte di Pietà” svolti a sinistra in salita, costeggi la chiesa di Sant’Agostino e poi prenda sulla destra “Via Salimbeni” che percorrerà per 300 m fino ad arrivare a “Porta Romana”.
Poi svolti a sinistra e dopo 50 m imbocchi la strada a destra. L’ultima salita di 400 m porta al Convento del SS. Salvatore in Colpersito.