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FERMO REBIRTH, IL SECONDO ANELLO
Pubblicato il 7/8/2021 da Regione Marche - Outdoor Team

Continua la scoperta del territorio fermano con il secondo anello di Fermo Rebirth, lasciamo le colline per addentrarci nelle zone montuose dell’entroterra marchigiano. 

È un percorso ad alta difficoltà di 75 km con fondo asfaltato, attraversa le montagne e conduce in luoghi inesplorati dove regna il silenzio e il tempo sembra essere fermo.

È un viaggio nella natura, nelle tradizioni e nella storia, circondati da un paesaggio mozzafiato con vista dal Mare Adriatico ai Monti Sibillini.


Un giro in bici tra le vette dell’entroterra fermano

Partiamo dal comune di Servigliano, la “città ideale” che fa parte dei Borghi più belli d’Italia. Il titolo lo detiene perché ricalca idealmente i canoni strutturali illuministici del ‘700: colpisce la pianta della parte vecchia della città, a forma di quadrilatero costituito da case e con una piazza centrale su cui affacciano maestosi palazzi.

A pochi passi dal centro storico troviamo ciò che resta del campo di prigionia costruito nel 1915 e rimasto aperto fino al termine della seconda guerra mondiale, poi riconvertito in campo profughi e chiuso definitivamente nel 1955. Oggi la zona è stata rinominata Parco della Pace ed è divenuto un luogo immerso nella natura dove passeggiare, rilassarsi, fare sport all’aria aperta ed è spesso teatro di concerti ed eventi.

Archivio Foto Regione Marche

Pedalando in direzione della montagna incontriamo Falerone, un borgo dove l’età romana si unisce al medioevo. Si hanno sue notizie già dal 90 a.C., quando fu il campo da gioco in cui i Piceni sconfissero i Romani; più tardi fu segnata dalla forte presenza dei frati francescani e della loro operosa attività di predicazione.

Sono presenti dei reperti archeologici a cielo aperto come il teatro romano del I secolo a.C., di cui sono ancora conservati i due ordini di cavea, oltre all’orchestra, gli ingressi laterali, il proscenio e l’apparato scenico.

Falerone e i paesini vicini, primo fra tutti Montappone, sono sede di preziose aziende che producono il 70% dei cappelli made in Italy. La tradizione nacque nel ‘600 usando la jervicella, un grano tipico della zona che, non avendo una buona resa, veniva intrecciato e poi cucito a creare il prodotto finale.

Archivio Foto Regione Marche

Proseguiamo il nostro viaggio su due ruote passando vicino Sant'Angelo in Pontano, entrando così nel territorio maceratese. Per giungere alla prossima tappa puntiamo a sud tra le montagne, ad appena 630 metri di altitudine si trova Penna San Giovanni. La vista che si può ammirare dalla parte più alta del centro abitato è splendida e ci chiama a sé, ma c’è un gioiello architettonico che ci trattiene ancora un po’ tra le vie del borgo. Si tratta del barocco Teatro Comunale datato XIII secolo, è uno dei pochissimi teatri italiani interamente realizzato in legno, una meraviglia per gli occhi.


Archivio Foto Regione Marche

È tempo di risalire in sella perché non abbiamo ancora terminato il piccolo excursus nella provincia di Macerata. Ad attenderci Monte San Martino, saldamente arroccato su uno sperone roccioso a dominare la valle del fiume Tenna. Raggiungiamo questo balcone naturale che offre la spettacolare vista dai Monti Sibillini alle colline, fino alla costa Adriatica. Siamo in una delle zone di produzione della mela rosa dei Sibillini, una particolare varietà con sorprendenti proprietà nutrizionali, già conosciuta nella Roma del I secolo a.C.

Chiudiamo la parentesi maceratese con una rigenerante sosta al Lago di San Ruffino che si trova lungo la nostra strada, nel comune di Amandola. È un bacino artificiale che interrompe il fluire del Tenna proprio ai piedi dei Monti Sibillini e viene chiamato anche “lago fantasma” in quanto d’inverno si svuota. Attorno ad esso un sentiero naturalistico permette di apprezzare la quieta bellezza del verde circostante a piedi, o sulla sella della bici o del vostro destriero.


Archivio Foto Regione Marche

Rientrando nel fermano scopriamo che più saliamo tra i monti meno abitanti troviamo nei paesini che visitiamo. Smerillo è un piccolo borgo medievale a 806 metri di altitudine con una popolazione di 330 abitanti: qui regna il silenzio che si alterna dolcemente ai suoni della natura incontaminata. Le feste di paese sono piacevoli momenti d’incontro e convivialità, in particolare è famosa la castagnata nel mese di ottobre.

I castagni insieme ai faggi sono molto diffusi in questa zona dove l’ambiente appare intatto in tutta la sua bellezza. Una piccola sosta nell’area floristica protetta del Bosco di Smerillo, che ospita tassi, scoiattoli, volpi, lepri, falchi e altri animali, e di nuovo a pedalare verso la prossima meta.

Archivio Foto Regione Marche

Respiriamo l’aria fresca a pieni polmoni e in un attimo siamo a Montefalcone Appennino, cinta da splendide mura. L’immagine della rocca ci colpisce a distanza, situata poco fuori l’abitato di Montefalcone e, come il borgo, a picco sullo sperone roccioso. Edificata nel XIII secolo, era una costruzione di grande importanza per i fermani, in quanto ottimo punto d’avvistamento e posizionata ai confini con il territorio ascolano. Nei suoi prati è stata trovata la pianta della Mandragora, anticamente considerata magica in molte tradizioni popolari per i molteplici poteri che le venivano attribuiti.

Archivio Foto Regione Marche

La strada è in discesa e ci porta dalla montagna in collina, fino al borgo di Santa Vittoria in Matenano. Venne fondata sul finire del IX secolo dai monaci benedettini dell’ordine di Farfa e fu proprio sulle rovine del loro monastero che sorse il centro abitato. Quest’ultimo conserva l’antico tracciato medievale e le tipiche costruzioni in mattoni.

Dirigiamoci ora sulla vetta di un colle che domina la valle del fiume Aso, dove sorge Montelparo. Fu fondata da un condottiero longobardo che decise di costruire il suo castello nella zona tra il VII e VIII secolo.  Merita una visita il curioso Museo dei Mestieri Ambulanti in cui sono conservate 50 antiche biciclette costruite appositamente per svolgere i lavori di un tempo: dal gelataio, all’arrotino, all’artigiano.


Archivio Foto Regione Marche

Subito dopo incontriamo Monteleone di Fermo, un altro borgo medievale con tanto di castello. Il paesaggio è molto caratteristico solcato dai calanchi della valle dell’Ete e vivacizzato dai “Vulcanelli”, sporadiche eruzioni fangose del sottosuolo che si verificano lungo il corso del fiume Ete.

Ultima tappa prima di tornare alla base, manubrio diretto a Belmonte Piceno a scoprire la necropoli picena che riportò in vita una parte di storia antica della regione Marche: circa 300 sepolture databili dal secolo VIII al V a.C., alcune con corredi tombali molto ricchi appartenuti a personaggi dell’alta fascia sociale picena.

Siamo giunti al termine di questo magnifico itinerario, ora non vi resta che studiare gli ultimi dettagli sui Servizi e l'Ospitalità lungo il percorso del secondo anello di Fermo.

Scopri anche il tragitto del primo anello di Fermo Rebirth.

Buon Viaggio!