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menuclose
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GADA - Tappa 3: “Dalla Laga ai Sibillini”
Difficoltà
EE - Escursionisti esperti
Tipo di percorso
 Trekking
Località
Lunghezza
12 Km
Fondo percorso
75% sterrato - 25% asfalto
Altitudine minima
689 Mt
Altitudine massima
1095 Mt
Dislivello
351 Mt
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Raggiunta la piazzetta del cuore di Colle dal lato dove sorge la piccola Chiesa di San Sebastiano,  risalire la strada sul lato opposto che conduce fuori dall’abitato.
Dopo aver superato la Chiesa di San Silvestro, situata su uno sperone di roccia in posizione panoramica, percorrere 2 km su strada asfaltata della SP 20 “Trisungo-Colle” in direzione Spelonga, per poi voltare a sinistra là dove una mulattiera in discesa è indicata da una freccia informativa, nei pressi di alcune stalle provvisorie.
Da lì parte il sentiero che per i primi cento metri circa è in comune con quello che conduce a Pescara del Tronto, dal quale successivamente si differenzia in quanto quello per Pescara risale a  destra nei pressi di un bivio, mentre quello per Grisciano prosegue dritto in basso.
Da questo incrocio è possibile altresì ammirare le vette più alte del Comune di Arquata, nonché tra le maggiori di tutto questo lembo di Appennino: il Monte Vettore in direzione nord (2478 m) e il Pizzo di Sevo a sud (2419 m).
Da qui il percorso scende nel bosco, nel quale è possibile orientarsi seguendo la segnaletica orizzontale.
Lungo il sentiero gli escursionisti potranno apprezzare alcuni muretti di fattura ben diversa rispetto a quelli di contenimento (anch’essi spesso presenti su questo itinerario): trattasi infatti di muretti di segnalazione dell’antico confine tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio.
Si segnala agli escursionisti meno attenti che il sentiero, una volta uscito dal bosco e allungatosi nei pressi di una radura, vi rientra successivamente sulla sinistra, dove la segnaletica orizzontale indica il punto esatto di ingresso. In questo tratto, infatti, viene spontaneo mantenersi lungo il tracciato più ampio che invece porta ad una fontana in cemento priva di acqua.
Una volta imboccato questo ingresso, il percorso scende fino alla frazione di Grisciano (Accumoli, RI), dopo aver attraversato bellissimi resti di muretti a secco, per poi seguire in piano la strada che diventa brecciata ed agevole, fino ad uscire nei pressi del ponticello sul torrente Chiarino.
Raggiunto il lato sud di Grisciano, si attraversa la SS Salaria raggiungendo la fermata del bus nei pressi della quale è presente un ponte pedonale sul fiume Tronto.
Attraversato il ponte, occorre seguire la strada asfaltata SP 129 (chiusa al traffico in attesa dei lavori di ripristino post-terremoto) lasciando i campi di calcio sulla sinistra.
Dopo circa 300 m dal ponte occorre deviare all’improvviso a destra, risalendo il tracciato indicato da una palina (la quale in alcuni casi può risultare coperta dalla vegetazione).
Risalendo detto tracciato si evita, infatti, di percorrere il lungo tratto di strada asfaltata risparmiando così circa 1 km.
Raggiunta di nuovo la SP 129, si prosegue per altri 200 metri per rientrare più avanti nel bosco a sinistra, risalendo per 1 km attraverso i castagneti centenari del Colle Rapino.
Si raggiunge così il bivio tra il “Sentiero Italia” e il “Cammino nelle Terre Mutate”, indicato da un palo con 3 frecce e relative indicazioni.
Lasciare, appunto, il S.I. e imboccare il C.T.M. sulla destra: da qui in poi la strada è una comoda mulattiera brecciata che scende fino alla frazione di Tufo, dove si arriva dopo circa 1 km attraversando nel finale un piccolo ponticello sul Rio Capodacqua.
Usciti da Tufo si prosegue per circa 100 m lungo la SP129, dove occorre imboccare il piazzale in terra battuta sulla destra, indicato dalle frecce, scendendo così verso il basso seguendo la segnaletica.
Si scende lungo il prato che presto lascia il posto al bosco dove, appena entrati, comincia il sentiero vero e proprio, il quale risulta evidente all’imbocco sulla sinistra in quanto caratterizzato dalla presenza di un meraviglioso muretto a secco.
Questo tratto boscoso iniziale di 300 m in leggera discesa presenta però anche una costante ricrescita di erba (in particolare fare attenzione all’ortica nel periodo primaverile).
Alla fine della discesa, procedendo dritto (in direzione est) si arriva nella spettacolare pianura denominata Campi di Sotto.
Si avanza fino alla fina della pianura, seguendo la direzione indicata dai pali elettrici, per circa 400 m in direzione est, fino ad incontrare un muro a secco di epoca preromana alto circa 1,5/2 m sulla vostra sinistra, ai margini del bosco.
Durante l’attraversamento dei Campi di Sotto alla vostra destra scorrerà il Rio Capodacqua (nascoso nella boscaglia), affluente del fiume Tronto, dove si immette alla fine della pianura.
Una volta raggiunto il muretto di epoca preromana, si avanza leggermente prima di voltare a sinistra, dove si entrerà nel canyon di arenaria della “Vena dei Corvi”.
Si risale il canyon e, alla fine dello stesso, si segue la traccia che entra nel bosco, in alcuni tratti mantenendosi in leggera pendenza e divenendo, nei fatti, una leggera striscia.
In alcuni punti sarà possibile ammirare panoramiche sulla Vallata del Tronto, spaziando da Grisciano fino all’area SAE e zona industriale di Pescara del Tronto.
Proseguendo si supera un fosso (privo di acqua) e si procede sempre lungo la striscia nel bosco, fino ad arrivare ai margini dello stesso fino ad incrociare una strada brecciata che collega la Salaria 
Nuova (SS4) a destra e la SP 129 a sinistra.
Ignorare la brecciata e proseguire dritto, dopo aver voltato leggermente a destra, per imboccare una strada sterrata sulla sinistra che vi condurrà, dopo circa 300 m, di nuovo sulla SP129, circa 700 m prima di Pescara del Tronto (il paese storico, non l’area SAE).
Tempo di percorrenza: 4 ore
Periodo consigliato: Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
Note: Si avvisano gli escursionisti della possibilità che alcuni tratti dei sentieri non risultino talvolta adeguatamente ripuliti (specialmente per via della ricrescita della vegetazione) e/o non adeguatamente segnati. “Arquata Potest” si scusa per eventuali disagi specificando in ogni caso che NON RISPONDE DI ALCUN TIPO DI RESPONSABILITA’, che rimane in via esclusiva in capo ai singoli escursionisti e frequentatori dei sentieri in questione.
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