Appignano del Tronto è un comune collinare, sorto probabilmente nell’antichità; sede di un fiorente artigianato, specializzato nella produzione di pizzi, merletti al tombolo, terrecotte e ceramiche, è sostenuto essenzialmente dall’agricoltura e dalla piccola industria.
L’abitato, che si estende su un ripiano delimitato da un’ansa del torrente Chifente, ha acquisito nel tempo una caratteristica conformazione urbanistica “a mandorla”: attraversato dalla strada principale, è racchiuso tra due vie secondarie che descrivono un’ellissi. Il territorio comunale appare inciso dai calanchi, profondi solchi prodotti dall’azione erosiva delle acque superficiali sui terreni argillosi.
Di notevole interesse la chiesa romanico-gotica di San Giovanni Battista (XIV-XVI secolo) che è affiancata da un alto campanile trecentesco e impreziosita da un portale sormontato da un bel rosone; l’interno, a tre navate, conserva un dipinto di Simone de Magistris e una trecentesca Pietà in terracotta.
D’impronta romanico-gotica è anche la chiesa di San Michele Arcangelo, costruita da maestri lombardi durante la prima metà del Quattrocento e rimaneggiata più volte nei secoli successivi; presso l’altare maggiore si trovano un dipinto di Vincenzo Pagani del 1539 e un reliquiario della Croce, preziosa opera attribuita a Pietro Vannini, orefice ascolano del XV secolo.
Da ricordare poi nella chiesa di Santa Maria del Piano Santo, l'Incoronazione della Vergine, un affresco del maestro di Offida (sec. XIV).
La città è sede del Centro Studi Francesco d'Appignano, un francescano che nacque ad Appignano del Tronto e si formò a Parigi dove commentò le Sentenze dal 1319 al 1324. In seguito si recò ad Avignone, dove lo troviamo nel 1328 come lettore nel convento dei frati. Ebbe dai posteri il titolo onorifico di doctor succinctus. Il Centro organizza anche convegni internazionali.